In ordine sparso…

Nell’ennesimo tentativo di procrastinazione strutturata, ecco i miei migliori 5 film:

P.S. Lo so già che sono più di 5… 🙂
Addendum
Imperdonabili dimenticanze:

* Il titolo originale (“Se mi lasci ti cancello”, bleah!) quasi mi faceva perdere questo meraviglioso film!

Genio

Discutendo del più e del meno, mi è tornata in mente questa bellissima poesia dall’antologia di Spoon River.

Alexander Throckmorton

Da giovane, le mie ali erano forti e instancabili,

ma non conoscevo le montagne.

Da vecchio conoscevo le montagne,

ma le mie ali stanche non potevano tener dietro alla visione.

Il genio è saggezza e gioventù.

Come funziona la finanza mondiale al giorno d’oggi

scimmie.pngScritta da Rabi Karmacharya, ricevuta da Bernie Innocenti, tradotta da me.

Se avete difficoltà nel comprendere la situazione finanziaria mondiale, questa storia può aiutarvi…

C’era una volta un uomo che, arrivato in un villaggio in India, disse agli abitanti che avrebbre comprato delle scimmie a 10$ l’una. Gli abitanti, vedendo che c’erano tantissime scimmie in giro, uscirono nella foresta per iniziare a catturarle.

L’uomo ne comprò a migliaia a 10$ l’una ma, non appena le scimmie cominciarono a scarseggiare, gli abitanti smisero di catturarle. L’uomo disse allora che da quel momento le avrebbe pagate 20$. Questo spinse gli abitanti di nuovo alla ricerca di scimmie da vendere.

Presto le scimmie diminuirono ancora di più e la gente tornò a lavorare nelle fattorie. L’offerta dell’uomo raggiunse a quel punto 25$ e le scimmie diventarono così poche che era difficile vederne una, figurarsi catturarla!

L’uomo allora disse che avrebbe pagato le scimmie ben 50$ e che, siccome doveva andare in città per degli affari, il suo assistente avrebbe agito da compratore al posto suo. In sua assenza, l’assistente disse agli abitanti del villaggio: “Hey! Guardate tutte queste scimmie nella grande gabbia del capo. Ve le posso dare per 35$ l’una così, quando tornerà dalla città, voi potrete rivendergliele a 50$!”.

Gli abitanti diedero fondo a tutti i loro risparmi e comprarono tutte le scimmie dall’aiutante dell’uomo.

Non rividero mai più l’uomo o il suo assistente. Videro solo scimmie dappertutto.

The Italian Gob

metro1.png Antonio ieri era a Londra e dappertutto c’era questo giornale.

Con questo terzo intervento smetterò di parlare di quello che, concordo con tanti miei conoscenti che lo votano (abito a Varese, sono nato a Varese, ma non sono di Varese), non è il vero problema italiano.

Lo sono i tanti miei conoscenti 🙁

Due gocce d’acqua

goccia.pngQuesto Steve Scherer mi ricorda tanto Bruno Vespa. Uguali, uguali come due gocce d’acqua. Solo che una è uscita da una sorgente e l’altra da una latrina.

Steve Scherer: “Aver «fatto incazzare» Berlusconi, ha detto ancora il cronista della Bloomberg, «per me è un onore: negli Stati Uniti il giornalismo è critica del potere, o meglio dell’abuso del potere. Il fatto che Berlusconi si sia alterato vuol dire che io, come giornalista, ho fatto il mio lavoro».”

Senza parole

Anche io, come Leo, ero senza  parole. Anche io le ho trovate grazie a Curzio Maltese. Fatevi coraggio e leggetelo sino in fondo. Nel caso vi domandiate se non sia esagerato parlare di danno all’immagine dell’Italia, verificatelo poi da soli.

L’immagine peggiore di CURZIO MALTESE
I bookmakers in questi casi non accettano scommesse. Da mesi, in previsione dell’evento storico dell’altra notte, si aspettava la prima gaffe di Silvio Berlusconi sul colore della pelle del nuovo presidente americano. Il Cavaliere non delude mai le peggiori aspettative e la battuta è arrivata. L’unica sorpresa è la tempistica. Ad appena ventiquattr’ore dall’elezione il premier se n’è uscito con la storia di Obama “abbronzato”. Non è la solita cafonata alla quale ci ha abituato e ci siamo ormai rassegnati da lustri. È una definizione grondante di razzismo.
Il peggior razzismo, quello semi inconsapevole e quindi assai autoindulgente che dilaga in Italia, fra la preoccupazione del resto del mondo. Una malattia sociale che un governo responsabile dovrebbe combattere, invece di sguazzarci con gusto.
Scontata la gaffe, ovvia la reazione. In simili frangenti Berlusconi adotta due reazioni standard. La prima: non l’ho mai detto. È la più assurda, ma paradossalmente efficace (in Italia). Come fai a discutere con uno che nega se stesso? La seconda è: l’ho detto ma non avete capito.
Stavolta ha usato questa. “Abbronzato era un complimento, una carineria” ha spiegato ai soliti cronisti bolscevichi. “E se non lo capite, allora andate a fare…”. Sommando così carineria a carineria.
S’intende che “andare a fare” è detto con affetto. Con eguale affetto i giornalisti potrebbero ricambiare l’invito, ma probabilmente le giustificazioni valgono solo dall’alto verso il basso.
Non stiamo a farla lunga. Non si tratta solo di vergogna. Chi ne ha ancora la forza? È piuttosto la disperazione di essere ogni volta precipitati in questo indegno pollaio. Gli elettori americani in un giorno hanno cambiato la storia del mondo. L’avvento del figlio di un africano alla Casa Bianca sta spingendo miliardi di persone, pur nel mezzo di una crisi spaventosa, a interrogarsi sui valori profondi della democrazia, la più straordinaria conquista dell’umanità, in fondo a un cammino secolare di sangue e intolleranza. E il contributo dell’Italia berlusconiana a questo grandioso dibattito qual è? Questa miserabile trovata, volgare e razzista, senza neppure il coraggio dell’assunzione di responsabilità o la dignità di porgere le scuse.
Non bastava la sortita a caldo del ministro Gasparri, il quale, confondendo le proprie ossessioni di ex fanatico fascista con la competenza internazionale, aveva commentato “sarà contento Bin Laden”. Ci voleva pure lo strazio supplementare della “battuta” di Berlusconi, che ha ormai girato il mondo, con danno enorme per il Paese. In pochi minuti infatti la rete ha deluso la speranza residua, che non lo prendessero sul serio, come altre volte. Come siamo abituati a fare qui, rassegnati a non scandalizzarci per lo scandalo, a non chiamare fascismo il fascismo, razzismo il razzismo.
C’era stata la rincorsa provinciale ad appropriarsi di Obama. Tutti si proclamano o cercano l’Obama italiano, a destra e a sinistra. Quando in Italia un Barack Obama non avrebbe neppure il diritto di voto. I figli d’immigrati, 440 mila fra nati e cresciuti qui, non sono considerati cittadini italiani, per via del medievale ius sanguinis. Lo ricordiamo nell’ipotesi, piuttosto remota, in cui fra le centinaia di obamisti dell’ultima ora si trovasse un politico serio. Ecco l’occasione per proporre finalmente una legge civile in materia d’immigrazione.
A cominciare dal presidente del Consiglio, i cui molti cantori hanno illustrato nei giorni scorsi alle masse ammirate le straordinarie analogie fra Berlusconi e Obama. Come non scorgere, del resto, l’assoluta comunanza delle due parabole. Il figlio di un pastore kenyano che arriva alla Casa Bianca a soli 47 anni e promette di cambiare il mondo. E l’uomo più ricco d’Italia che a 72 anni, con il solo aiuto del novanta per cento dei media da lui controllati, torna a Palazzo Chigi, dopo aver cambiato i capelli. È naturale che Berlusconi abbia adottato Obama, ripromettendosi di dargli presto “buoni consigli”. Incrociamo le dita perché non avvenga, nell’interesse stesso del premier. Non si sa come la Casa Bianca potrebbe reagire a una frase del tipo: “Vieni, abbronzato, che ti spiego come non farsi processare”.
Che fare? Vergognarsi per loro, ridere, piangere. Fingiamo pure che tutto sia normale. Però quanto stringe il cuore ascoltare il nobile discorso dello sconfitto McCain: “Il popolo ha scelto. Ho avuto l’onore di salutare il nuovo presidente degli Stati Uniti. È una giornata storica”. Non si potrebbe avere un giorno un conservatore come questo a capo della destra italiana, anche di seconda mano?

Ricercatori ricercati

Centro ricerche Enea di Brasimone Venerdì scorso ho visitato il centro di ricerca Enea di Brasimone, situato tra l’altro in un’ambientazione da favola. Uscendo da lì ho provato sentimenti contrastanti. Essenzialmente posso raggrupparli sotto due insiemi: orgoglio (di essere italiano) e vergogna (di essere italiano). Questi ricercatori lavorano in condizioni di emergenza per la mancanza di fondi (non ce la fanno quasi a pagare la bolletta della luce) e, nonostante questo, riescono a far parte di importanti progetti di ricerca a livello mondiale. Ad esempio il carotaggio in Antartide che, arrivando a 3.200 3.270 metri, ha permesso di capire come fosse il clima 800.000 anni fa, oppure il sistema di manutenzione remotizzata della futura centrale a fusione Eric. In particolare, i due ragazzi della ricerca in Antardide Antartide, ci spiegavano come fossero riusciti ad abbassare il costo della sonda, usando componenti tradizionali, a soli 30.000 €. Ho chiesto se avessero dimenticato qualche zero ma non era così. Questi geni, il termine giusto è questo, riescono a costruire delle cattedrali con gli stuzzicadenti che lo stato italiano (in minuscolo) mette loro a disposizione.

Io li ho chiamati ragazzi per sentirmi un bambino, ma l’età media dei ricercatori è di 55 anni. I pochi giovani che arrivano al centro, pagati  a contratto e con cifre ridicole, stanno giusto il tempo di imparare e poi se ne vanno all’estero, passando in un colpo da ricercatori precari a ricercatori ricercati. Ho chiesto perché non provassero a trovare degli sponsor e mi è stato spiegato che non gli è permesso. Avevano trovato una azienda che poteva fornire gratuitamente il vestiario per la ricerca in Antartide (ci vanno quando qui è inverno e là estate, un’estate comunque a -30°) ma è stato vietato loro di accettarla come sponsor perché le regole non lo permettono.Nota di colore. Per visitare il centro sono partito ad orari folli, alzandomi intorno alle 5 del mattino dopo essere andato a letto alle 2 e 30. Durante il viaggio di ritorno sarei sicuramente crollato se non fosse stato per Carlo e per Valerio che, con un piacevole gioco di squadra, hanno provveduto a tenermi sveglio alla guida 😀

Addendum da parte dei carotatori: solo il sistema elettronico della sonda ha quel costo (comunque prima era 10 volte tanto); tutta la sonda di perforazione, tra componenti meccaniche e accessori vari come cavo, winch, ecc. costa molto di più.

Infestazione da topi

Topi Come si fa a lavorare quando hai i topi che ti girano per la casa, ti si arrampicano sulle gambe, ti camminano sulla tastiera?

Topi
Dice Carlo C8E che quando un gatto ti cammina  sulla tastiera produce codice Perl funzionante. Probabile.

Ah, un altro motivo per cui oggi è difficile lavorare è che ho scoperto perché il meraviglioso dolce “L’isola galleggiante” (grazie Ludo e Boh) ha questo nome: perché se ne mangi tre, il terzo ti galleggia nello stomaco tutta la notte! 🙂

I figli so’ piezz’e core

Epica Oggi Alessandro ha iniziato il liceo scientifico e Federico le scuole medie.

Quando stamattina li ho visti uscire assieme, mi è venuto in mente un pezzo di una poesia che diceva che i figli sono le uniche persone i cui successi non ti provocano invidia. L’ho cercato e, siccome non l’ho trovato, adesso vi propino comunque un mielosissimo polpettone del vecchio Khalil:

I tuoi figli non sono figli tuoi.
Sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo ma non li crei.
Sono vicini a te ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro il tuo amore, non le tue idee.
Perché essi hanno le proprie idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo, non alla loro anima.
Perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire
dove a te non é dato entrare, neppure nel sogno.
Puoi cercare di somigliare loro ma non volere che somiglino a te.
Perché la vita non ritorna indietro e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani.

Bello. Sì, lo so, è anche inflazionato. Cionondimeno bello

P.S. Era una vita che volevo usare cionondimeno.

P.P.S. Ho scelto quell’immagine perché l’avevo sul mio libro di Epica 🙂

Maratona

Dorando Beri Accettate contemporaneamente tre progetti, tutti con scadenza praticamente nello stesso mese (perché “non si poteva dire di no”) e avrete il periodo che mi sto lasciando alle spalle. Non è del tutto passato ma quasi.

Erano anni che non ci ricascavo.

Proprio così, non è nemmeno la prima volta. E come se periodicamente mi prendesse la paura di non sapere fare più cose assieme. Poi quando riemergo giuro a me stesso “mai più!”. Ma lo so già: è il classico giuramento che non saprò rispettare (Nicola non dire niente! 🙂 ).

Btw il più grosso dei tre progetti è appena “nato”: Mytech. Posso dire che la soddisfazione maggiore è stata quella di vedere all’opera Antonio. Il giorno prima dell’online abbiamo lavorato ininterrottamente per 37 ore (dalle 8 di mattina del 27 maggio alle 21 del 28), lui a Modena e io a Buguggiate, in continuo contatto IM. Mai visto nessuno con una competenza a 360° come lui: un grande designer, un grande programmatore (Python ma non solo), un grande progettista. E come se non bastasse lui dice che il suo vero lavoro è il fontografo. Ah, vi ho detto che è un ottimo fotografo nonché chitarrista?

Incidentalmente oggi è uscito il 197° problema di Eulero. Se non mi distraevo stavolta salivo sul podio 🙂

Eulero 197

La macchina del tempo

Time Machine La mia personale macchina del tempo:

  • pane, burro e salame
  • mangiare un uovo crudo appena preso dal pollaio dei miei nonni
  • la mia prima scatola Lego
  • polenta e zucchero
  • l’oratorio feriale
  • fare un arco con un ramo di nocciolo (per le frecce niente da fare) o una cerbottana con un ramo di sambuco svuotato
  • la capanna a due piani sulla robinia nel giardino di casa
  • i bomboloni di Marina di Grosseto venduti a 50 lire in spiaggia dall’omino con la cassetta di legno al collo

Spreco

Television Nicola mi ha passato — come giornalmente fa 🙂 — un link ad un interessante post.

Due passaggi mi hanno colpito particolarmente.

Negli Stati Uniti ogni anno si sprecano 200.000.000.000 (duecento miliardi) di ore guardando la televisione. Si calcola che l’intero progetto Wikipedia equivalga a 100.000.000 (cento milioni) di ore pensiero. Questo vuol dire che la televisione tiene impegnate delle menti per circa 2.000 (duemila) progetti Wikipedia l’anno. Clay Shirky, l’autore del post, sostiene che questo surplus, attualmente impiegato nel nulla, possa essere un domani incanalato e sfruttato in attività più utili all’umanità. Sarebbe certamente bello, ma non sono convinto che un’ora pensiero di chi guarda una sit-com sia del tutto equivalente all’ora pensiero di chi partecipa al progetto Wikipedia. Speriamo abbia ragione Clay.

Durante una cena un amico di Clay ha raccontato come sua figlia di quattro anni, mentre guardava un DVD seduta sulle ginocchia di suo padre, improvvisamente, a metà del film, è corsa dietro lo schermo. Per un momento il padre ha pensato che stesse cercando di capire se veramente i personaggi fossero dietro la TV. Quando si è messa a rovistare tra i cavi, gli ha chiesto cosa stesse facendo. A questa domanda, la bambina ha risposto “Babbo, sto cercando il mouse!”. I bambini sanno meglio di noi che uno schermo senza un mouse è una cosa “rotta“.

Traffico

Traffico Oggi sono partito alle 8 e 25 per Segrate. La prossima volta mi devo ricordare di portare le provviste, il sacco a pelo, il telefono satellitare e qualche altro gadget del genere. Ci ho messo circa 2 ore e 15 minuti per percorrere 67 km. Sono 29,77 km all’ora di media. NON È POSSIBILE!

In passato, quando ho lavorato alla Symbolics, usavo in sequenza:

  • la macchina per andare alla stazione
  • il treno da Gazzada Schianno – Morazzone a Milano Porta Garibaldi
  • il metrò fino a Cassina de Pecchi
  • la navetta fino al Centro Direzionale Lombardo (che adesso si chiama Cassina Plaza)
  • infine facevo un pezzettino a piedi.

Totale: circa 5 ore al giorno di viaggio. Unico vantaggio: le decine (o centinaia) di libri che ho letto in quei 18 mesi (se non ricordo male).

Adesso, più di 15 anni dopo e con un lento percorso di avvicinamento in 4 o 5 tappe, lavoro a 1.850 metri da casa e vado in ufficio in bicicletta. Fanno 1.000 ore risparmiate l’anno. Per, diciamo, 30 € all’ora fanno 30.000 €. Senza calcolare le spese di viaggio e di vitto arriviamo a circa 2.500 € al mese.

Se ci mettiamo le spese di viaggio, i soldi risparmiati in lavanderia (le camicie sono nere dopo un giorno in città), la qualità della vita, io non riesco a capire come mai tutta questa gente ogni giorno vada a Milano. Non è sensato! Ma caspita, accettate uno stipendio più basso e state al vostro paesello!

Ok, ok, è vero, spesso va a finire che le 5 ore risparmiate diventano 3 ore di lavoro in più. Ma al netto sono sempre 2 ore. E sono tante!

In pensione vi domanderete come avete fatto a sprecarle… 😉

185 su 185… (anzi 186 su 186 e primo italiano!)

Correct Fine della scimma! Sono arrivato al 100% (sono Taifu anche lì).
Tra parentesi questa specie di “V” verde è il logo che salta fuori ogni volta che si risolve correttamente un problema.

Addendum: al 186º sono diventato nono e primo degli italiani! Ad ogni giro si cambia in base all’ordine in cui si risolve l’ultimo uscito, ma almeno una volta sono finito nei primi dieci 🙂

posizione_eulero2.png

La ballata del programmatore

Fabrizio De Andrè Qualche tempo fa qualcuno mi inviò questa divertentissima ballata di Erix Colombini.

Siccome ho la fortuna di lavorare con gente in gamba, ho passato il testo a Difra che l’ha prontamente musicato.

Se l’avete ascoltata e vi è piaciuta, vi consiglio anche la mitica ballata del Grande Razzinga. Quando la sento, ancora adesso, rido per 10 minuti… 🙂

Eulero: il rovinafamiglie!

eulero.jpg Da quando il direttore di Stacktrace, Antonio Cangiano, ha pubblicato un bell’articolo sul progetto Eulero, praticamente non dormo più la notte, i miei figli non mi riconoscono più e mia moglie ha già avviato le pratiche per il divorzio.

Per farvi capire il livello di dipendenza a cui sono arrivato, vi racconterò che il giorno di Natale ero a pranzo dai miei genitori e, approfittando di un momento di stanca tra una portata e l’altra, sono volato al computer di mio padre, ho scaricato e installato Python, ho risolto un paio di problemi al volo e sono tornato a tavola come se niente fosse (sentendomi tra l’altro in colpa come un ladro). Per ora sono a 60 problemi su 174.

Se vi appassionate alle sfide matematiche, geometriche, topologiche e vi piace programmare, allora STATE LONTANI DA QUEL SITO!

Poi non dite che non vi ho avvertito.

Addendum: il mio profilo sul sito del progetto Eulero.

Blog down…

Rabbia Ieri mi sono collegato al server che ospita questo blog, ho aggiornato il sistema con i soliti apt-get update e upgrade e me ne sono andato a letto.

Stamattina accendo il pc e mi trovo subito un messaggio in Pidgin del mio amico Antonio Cavedoni che mi avvisava che il blog era giù. Ci ho messo un po’ per capire che apparentemente la nuova versione di WordPress aveva cambiato lo schema del database e modificato qualche altra cosa per cui il file di configurazione non era più accessibile.

Vabbè, un paio di ore della mia vita perse, lo 0.00028% di quello che presumibilmente mi resta da vivere bruciato.

Cosa volete che sia… 😡

Stacktrace.it

Stacktrace Alle ore 16 e 16 minuti e 16 secondi del 16 dicembre 2007 è nato Stacktrace.it! Ho proposto di fare le cose per bene e aspettare il 16esimo mese del 2016 ma me l’hanno bocciata.

Nonostante chi mi conosca farà fatica a crederlo, in questo momento divento serio: Stacktrace.it si propone di realizzare qualcosa di veramente nuovo nel panorama webbistico italiano. News, articoli, guide, tutto estremamente interessante e con del sale e del pepe dentro (niente scopiazzature o semplici traduzioni da siti anglofoni). Il deus ex machina di Stacktrace.it è Antonio Cangiano — una vera forza della natura! — supportato da Ludovico Magnocavallo, Valentino Volonghi, Andrea Peltrin, Carlo Miron, Nicola Larosa e, last but not least (che altrimenti si arrabbia), Marco Ceresa e tanti altri che sicuramente si offenderanno a morte per averli dimenticati.

I prossimi cinque minuti di libertà che volete passare sul Web, dedicateli a Stacktrace.it.

Non ve ne pentirete! 😉

Salvare il mondo? Ma per piacere…

Bushitler Il mio amico Nicola oggi mi ha scritto un messaggio che aveva come firma questa frase di Roberto Foglietta [che non conoscevo (sia la frase che Foglietta)]:

“Fastidio e pessimismo per quelli che si svegliano la mattina pensando a salvare il mondo! Il mondo non ha bisogno di essere salvato, al peggio scatena un uragano degno di questo nome e ci spazzola via. Siamo noi che avremmo bisogno di essere salvati. In primis da noi stessi. Ognuno da sé stesso, tanto per cominciare!”

Sono TOTALMENTE d’accordo: il mondo non siamo noi, il mondo se ne frega di noi quasi quanto noi ce ne freghiamo di lui.

E ho scritto quasi solo perché qualcuno di noi del mondo sembra preoccuparsene, a differenza del viceversa.

Io amo Luttazzi

luttazzi.jpg A me Daniele Luttazzi piace. Mi è sempre piaciuto. L’ho visto un sacco di volte dal vivo. Certamente lo rivedrò in futuro. So bene che a molti non va a genio la sua comicità, la sua satira, il suo modo di far ridere. Però so anche di non essere il solo ad amarlo e so di avere tutto il diritto di vederlo in televisione, soprattutto viste le schifezze che tentano comunque di propinarci. Questo diritto mi è stato negato in passato dal famoso editto bulgaro e ora, di nuovo, da qualche ottuso dirigente di La7.

La7 è il canale che con Crozza Italia e Decameron sta occupando praticamente il 100% del tempo che dedico alla televisione. Tempo che rappresenta sì e no il 2% del totale e che è già troppo (sì, c’è anche Report e qualche speciale di Piero Angela e figlio, ma praticamente nient’altro).

Se qualcuno vuole capire uno dei motivi per cui adoro Luttazzi, oltre al fatto che mi fa letteralmente morire dal ridere, può leggere questo intervento sul suo blog. È a mio parere un esempio illuminante della sua intelligenza e della sua capacità di analisi.

Ad ogni modo ho fatto mio il modo di Daniele per sopportare questo sopruso: vi garantisco che funziona. E molto bene! 🙂

Daniele, tieni duro!

I danni del tempo

capelli-150.jpg Riflettevo oggi, non so nemmeno il perché, sul tempo che passa. Sinceramente non mi frega molto della cosa, tranne il fatto che, in linea teorica e se non sei immortale, questo ti avvicina al momento cruciale.

Ho pensato che questa raccolta di foto può mostrare meglio di tante parole, come un classico prima e dopo, i danni che produce il tempo che passa.

Per i meno attenti, qui sopra a sinistra il prima e sotto il dopo

 


La mosca
“La Mosca”


Popeye
“Popeye”


Munch
“L’urlo di Munch”


Aigor
“Aigor”