Oggi mi è capitato di riflettere sulla morte.
Mentre stamattina accompagnavo Alessandro a scuola, abbiamo dovuto cambiare strada perché quella principale era bloccata a causa di un incidente che ho poi scoperto essere mortale.
Di pomeriggio invece sono stato al funerale della mamma di un amico (era molto anziana e malata, anche se capisco bene che questo possa essere consolatorio solo prima e non dopo).
Sul filo del pensiero, mentre facevo atto di presenza in chiesa (chi mi conosce sa come la penso), ho riflettuto a cosa vorrei fosse fatto a me e mi sono tornati in mente questo video bellissimo in cui Neil deGrasse Tyson da una meravigliosa risposta a un troll religioso (in breve la domanda era “Cosa farebbe lei se fosse in una cella condannato a morte e senza possibilità di scampo, solo con la sua ragione e il suo intelletto?” e la risposta è stata “Chiederei di essere seppellito e non cremato in modo che la flora e la fauna possano nutrirsi di me come io ho fatto con loro durante la mia vita”).
A seguire mi è tornato in mente un video del Ted, un po’ più strano, in cui Jae Rhim Lee, un’artista moderna, mostra la sua mushroom burial suit (vestito da sepoltura con funghi), anche quello un modo per tornare in circolo restituendo qualcosina-ina di quello che si è preso.
Infine ho ricordato un post di Michela Murgia, che ho letto qualche giorno fa, riguardo ad un funerale diverso dal solito. In particolare, oltre alla bella descrizione della cena, ho pensato a questo passo:
Delfio tra le altre cose aveva manifestato il desiderio di essere sepolto con rito civile. Ma il rito civile in sé non esiste, perché non ha liturgie prescritte: la sua costruzione costringe chi resta a un atto di creatività d’amore tagliato su misura, senza la comoda scappatoia dell’affido a un celebrante. Per un rito civile c’è anche bisogno di uno spazio dignitoso appositamente predisposto nel cimitero, ma nessun comune dove viga ancora la presunzione di religiosità si occupa di crearlo. Anche per questo motivo molti rinunciano a rispettare le volontà laiche dei propri defunti, appoggiandosi all’esistente per non doversi assumere, nei giorni del massimo dolore, anche il peso di creare dal nulla un modo nuovo per dire addio.
Alla fine allora ho pensato: ma possibile che non esista un’impresa di pompe funebri per atei/agnostici/pastafariani? Un’impresa funebre che trovi un campo dove uno può farsi seppellire senza bara. Dove uno possa dire “fatemi crescere sopra per un annetto un orticello di fragole e poi fate quello che volete”. Tra l’altro così non serve spazio illimitato come per i cimiteri tradizionali, visto che nel giro di qualche anno si può riciclare il posto occupato. Un’impresa funebre che si occupi di spendere i tuoi soldi per organizzare una cena tra amici, con bella musica e giochi di società invece che per bare costose e ridicoli paramenti viola e neri.
In una parola: un’impresa funebre Razionale.
C’è nessuno lì fuori disposto a mettere in piedi questo business?
Avrebbe subito i miei soldi.
Addendum (lo davo per scontato ma meglio specificare): cito Christopher qui sotto “prima di sotterrarmi per fare le fragole, prendete tutti i pezzi buoni riutilizzabili, senza scrupoli” 🙂