Ricercatori ricercati

Centro ricerche Enea di Brasimone Venerdì scorso ho visitato il centro di ricerca Enea di Brasimone, situato tra l’altro in un’ambientazione da favola. Uscendo da lì ho provato sentimenti contrastanti. Essenzialmente posso raggrupparli sotto due insiemi: orgoglio (di essere italiano) e vergogna (di essere italiano). Questi ricercatori lavorano in condizioni di emergenza per la mancanza di fondi (non ce la fanno quasi a pagare la bolletta della luce) e, nonostante questo, riescono a far parte di importanti progetti di ricerca a livello mondiale. Ad esempio il carotaggio in Antartide che, arrivando a 3.200 3.270 metri, ha permesso di capire come fosse il clima 800.000 anni fa, oppure il sistema di manutenzione remotizzata della futura centrale a fusione Eric. In particolare, i due ragazzi della ricerca in Antardide Antartide, ci spiegavano come fossero riusciti ad abbassare il costo della sonda, usando componenti tradizionali, a soli 30.000 €. Ho chiesto se avessero dimenticato qualche zero ma non era così. Questi geni, il termine giusto è questo, riescono a costruire delle cattedrali con gli stuzzicadenti che lo stato italiano (in minuscolo) mette loro a disposizione.

Io li ho chiamati ragazzi per sentirmi un bambino, ma l’età media dei ricercatori è di 55 anni. I pochi giovani che arrivano al centro, pagati  a contratto e con cifre ridicole, stanno giusto il tempo di imparare e poi se ne vanno all’estero, passando in un colpo da ricercatori precari a ricercatori ricercati. Ho chiesto perché non provassero a trovare degli sponsor e mi è stato spiegato che non gli è permesso. Avevano trovato una azienda che poteva fornire gratuitamente il vestiario per la ricerca in Antartide (ci vanno quando qui è inverno e là estate, un’estate comunque a -30°) ma è stato vietato loro di accettarla come sponsor perché le regole non lo permettono.Nota di colore. Per visitare il centro sono partito ad orari folli, alzandomi intorno alle 5 del mattino dopo essere andato a letto alle 2 e 30. Durante il viaggio di ritorno sarei sicuramente crollato se non fosse stato per Carlo e per Valerio che, con un piacevole gioco di squadra, hanno provveduto a tenermi sveglio alla guida 😀

Addendum da parte dei carotatori: solo il sistema elettronico della sonda ha quel costo (comunque prima era 10 volte tanto); tutta la sonda di perforazione, tra componenti meccaniche e accessori vari come cavo, winch, ecc. costa molto di più.

Spreco

Television Nicola mi ha passato — come giornalmente fa 🙂 — un link ad un interessante post.

Due passaggi mi hanno colpito particolarmente.

Negli Stati Uniti ogni anno si sprecano 200.000.000.000 (duecento miliardi) di ore guardando la televisione. Si calcola che l’intero progetto Wikipedia equivalga a 100.000.000 (cento milioni) di ore pensiero. Questo vuol dire che la televisione tiene impegnate delle menti per circa 2.000 (duemila) progetti Wikipedia l’anno. Clay Shirky, l’autore del post, sostiene che questo surplus, attualmente impiegato nel nulla, possa essere un domani incanalato e sfruttato in attività più utili all’umanità. Sarebbe certamente bello, ma non sono convinto che un’ora pensiero di chi guarda una sit-com sia del tutto equivalente all’ora pensiero di chi partecipa al progetto Wikipedia. Speriamo abbia ragione Clay.

Durante una cena un amico di Clay ha raccontato come sua figlia di quattro anni, mentre guardava un DVD seduta sulle ginocchia di suo padre, improvvisamente, a metà del film, è corsa dietro lo schermo. Per un momento il padre ha pensato che stesse cercando di capire se veramente i personaggi fossero dietro la TV. Quando si è messa a rovistare tra i cavi, gli ha chiesto cosa stesse facendo. A questa domanda, la bambina ha risposto “Babbo, sto cercando il mouse!”. I bambini sanno meglio di noi che uno schermo senza un mouse è una cosa “rotta“.