PAM

Rimbalzando qua e là, come spesso capita navigando nel web, mi sono imbattuto in questa affermazione del grandissimo fisico Paul Adrien Maurice Dirac:

I cannot understand why we idle discussing religion. If we are honest—and scientists have to be—we must admit that religion is a jumble of false assertions, with no basis in reality. The very idea of God is a product of the human imagination. It is quite understandable why primitive people, who were so much more exposed to the overpowering forces of nature than we are today, should have personified these forces in fear and trembling. But nowadays, when we understand so many natural processes, we have no need for such solutions. I can’t for the life of me see how the postulate of an Almighty God helps us in any way. What I do see is that this assumption leads to such unproductive questions as why God allows so much misery and injustice, the exploitation of the poor by the rich and all the other horrors He might have prevented. If religion is still being taught, it is by no means because its ideas still convince us, but simply because some of us want to keep the lower classes quiet. Quiet people are much easier to govern than clamorous and dissatisfied ones. They are also much easier to exploit. Religion is a kind of opium that allows a nation to lull itself into wishful dreams and so forget the injustices that are being perpetrated against the people. Hence the close alliance between those two great political forces, the State and the Church. Both need the illusion that a kindly God rewards—in heaven if not on earth—all those who have not risen up against injustice, who have done their duty quietly and uncomplainingly. That is precisely why the honest assertion that God is a mere product of the human imagination is branded as the worst of all mortal sins. [traduzione]

Si capisce subito quando una cosa l’ha detta un genio…

16 thoughts on “PAM

  1. come al solito non sono d’accordo :-)))
    Anche se sono ateo non penso che l’oppio dei popoli spieghi tutta la faccenda religione, in mezzo ad irrazionali assurdità, se un ammalato o una persona debole prova più conforto a pregare che ad andare dal medico, non va a demerito della religione, ma della medicina e della nostra mancanza di lungimiranza, generosità, intelligenza.

    Anche se Dirac era sicuramente un genio.

  2. “…unproductive questions as why God allows so much misery and injustice, the exploitation of the poor by the rich and all the other horrors He might have prevented…”
    In questa frase c’è una parolina magica: “allows”, cioè “permette”: se Dio non concedesse la libertà all’Uomo (e libertà significa anche essere liberi di scegliere di commettere un’ingiustizia nei confronti di un proprio simile) avrebbe creato tanti schiavetti “obbligati a comportarsi bene” e non tante persone razionali che si comportano bene per una propria libera scelta.
    Se l’Uomo fosse ontologicamente obbligato a comportarsi bene sarebbe veramente libero ?

    “…If religion is still being taught, it is by no means because its ideas still convince us, but simply because some of us want to keep the lower classes quiet…”
    Mi sembra un’affermazione un po’ semplicistica e non valida universalmente: qualcuno si sente di affermare che in Italia i praticanti “effettivi” (di qualsiasi religione) siano più del 10/15% della popolazione ? Un miliardo e passa di cinesi sono tutti credenti ? In India la suddivisione in caste è fatta per tenere tranquilli i poveracci ? I Paesi del Medio Oriente dove l’Islam (se non addirittura la sharia) è religione di stato non stanno forse ribellandosi per i loro diritti ? Nell’URSS stalinista non facevano forse il ragionamento diametralmente opposto di controllare la gente cercando di estirparne il sentimento religioso ?

    Naturalmente secondo Dirac le religioni esistono per tenere buone le “lower classes”: epperò esistono tanti credenti delle “upper classes”, scienziati compresi; saranno contenti di essere considerati “lower” ? E’ un concetto “leggermente” razzista, o no ?

    Da ultimo vorrei dire che, secondo me, se le religioni esistono è per un motivo più “alto” che non il semplice fatto di essere “insegnate per tenere buone le classi inferiori” o per “l’illusione di una ricompensa” post-mortem; peccato che ormai è nel novero dei più, ma sarebbe interessante sapere come spiegava il buon Dirac il fatto che le religioni non sono nate da un “grande vecchio” che voleva tenere buono il popolo ma ce n’è traccia già nella preistoria, quando i nostri antenati (ancora più scimmieschi che umani), mostrando un’insospettabile sensibilità, cominciarono a curarsi dei loro defunti.
    E sarebbe interessante anche sapere come spiegherebbe 5000 anni non tanto di religione ma anche solo di filosofia e di riflessione sul significato del vivere (“chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo”…)

    • Non puoi discutere razionalmente di dio, della fede e via dicendo.
      Mi spiace, non ho altro da dirti.
      Ah, sì, una domanda sì: l’uomo salvo potrà peccare in paradiso? No? Allora saremo schiavetti là 😉

      • Rileggi bene, parlare di fede qui è quanto di più lontano dalle mie intenzioni, stavo solo parlando della “religione come oppio dei popoli”
        Dire che la religione è stata ideata per essere l’oppio dei popoli sarebbe come dire che il calcio (o lo sport in genere) è stato ideato per essere l’oppio dei popoli (panem et circenses, dicono).

        Quanto all’ultima domanda: secondo la tradizione cristiana Lucifero pur essendo già in presenza di Dio ha potuto scegliere di allontanarsene, quindi probabilmente la risposta è SI.

        ciao

        • Ok, può anche essere che la religione sia nata per un (comprensibile) tentativo dell’uomo di superare la morte, ma di certo poi è stata cavalcata con scopi ben diversi.
          In ogni modo non ho mai visto qualcuno cambiare idea in questo genere di discussioni 😉

  3. Argomento troppo serio e drammatico per essere affrontato in un blog, secondo me.
    mica sono tutti stupidi quelli che credono in Dio, eh, anche se puo` tranquillizzare molto pensare il contrario.

    • Caro Marcello, mi spiace ma nel mio blog parlo di quello che voglio 🙂
      Detto questo non penso che siano tutti stupidi (mia madre? mio fratello? mia sorella?) quelli che credono in dio, dico solo che hanno torto. Fa una bella differenza.
      Non ho invece capito il discorso della tranquillità che deriverebbe dal pensarlo. Mi puoi spiegare quello che intendevi dire?

      • Caro Marco,
        sicuramente sul tuo blog puoi scrivere quello che vuoi, ci mancherebbe 🙂 , anzi ti ringrazio, viva la liberta`! Ma se lasci aperti i commenti anche io posso scrivere quello che voglio, fatti salvi l’educazione ed il rispetto, ed esprimere le mie opinioni su quello che tu hai voluto scrivere, no? E quindi rispondo alla tua domanda:

        Sulla tranquillita`: beh, sai com’e`, la ragione e` un animale domenstico, la ragione ci da ragione, i “decision makers” sono anche altri e tutti contribuiscono alle nostre decisioni. Poi la ragione viene dopo, razionalizza quelle intuizioni profonde che abbiamo gia` preso: siamo fatti cosi`.

        Quello che voglio dire e`: per esempio: a volte i nostri desideri non sono altro che le nostre paure; ma che cosa ci spinge veramente? Non sono solo i ragionamenti. A volte sono solo le nostre paure. A volte altro; esperienze, anche fisiche, immagini, suoni e rumori, il nostro lato estetico… la nostra sensibilita` in senso lato.

        L’uomo e` un abisso, dicevano gli antichi, chi potra` arrivare fino in fondo a comprenderlo?

        Certe cose che sentiamo vere veramente, potrebberlo non esserlo; altre cose che ci appaiono chiaramente false potrebbero essere verissime; le nostre convinzioni possono essere veramente dettate dalle nostre paure profonde, che non razionalizziamo, che non sappiamo neppure di avere (o forse un po’ lo sappiamo ma non abbiamo il coraggio o la forza di andare fino laggiu` a prenderle).
        Dove` la Verita`?
        Chi ce la puo` dire visto che da soli non riusciamo a raggiungerla?

        Qui si va sul delicato.
        Ho un po’ di timore a proseguire…
        Io credo : Dio parla all’uomo; solo Dio puo` dire la verita` all’uomo e sull’uomo.

        Poi uno puo` scacciare questi pensieri con la mano e dire “sciocchezze”… ok.
        Ma la realta` e` comunque piu` profonda e spesso nascosta ai nostri occhi.

  4. Sai Marcello che ho riletto 3 volte quello che hai scritto, ma non credo di aver compreso fino in fondo.

    Mi pare che tu dica:
    “Per paura della propria coscienza uno fa finta che Dio non esiste”… magari sbaglio.

    Chi crede (veramente) in fondo vive meglio, ha un paradiso, ha una provvidenza che lo aiuta… chi è ateo non ha questa bambagia, deve dare da solo un significato alla propria esistenza: non lo fa per “Tranquillità” ma per onestà intellettuale.

    In quanto a Dio che ha l’esclusiva della verità… un po’ “Scolastica” come affermazione, sembra Sant’Anselmo.

    Se ho capito male e invece quello che volevi scrivere era una cosa del tipo “ci sono problemi di coscienza e problemi personali che la religione affronta e che la scienza a stento può trattare” allora sono pienamente d’accordo 😉

    Davide

  5. Ciao Davide,
    chiediamo ospitalità a Marco di parlare di questo sul suo blog.

    Hai letto tre volte il testo? Fantastico, grazie! Anche se evidentemente il testo è poco chiaro il tema è interessante, non c’è dubbio, e non per merito mio, ma per il fatto che la natura umana è affascinante e bellissima!

    Credo di dover fare delle premesse per risponderti:
    1. Dio e la religione sono temi delicati di cui bisogna parlare con molta attenzione: ci si può fare del male, anche senza volerlo.
    2. Non sono cose di cui si possa parlare con leggerezza per iscritto: la comunicazione scritta porta soltanto il 7%-10% dell’informazione totale.
    3. Sono d’accordissimo con quanto scrive il nostro ospite, Marco Beri, all’interno di questo thread: “In ogni modo non ho mai visto qualcuno cambiare idea in questo genere di discussioni ”

    Temo che stiamo facendo una cosa sterile a scriverci, anzi rischiamo pure di farci del male a vicenda: la parola scritta è un mezzo troppo limitato per veicolare una informazione che come ho cercato di spiegare nel mio post precedente, prende tutta la persona, non solo i suoi ragionamenti razionali.

    Quindi come posso rispondere alla tua osservazione?
    Prima voglio pulire il campo:
    – ti prego di non mettermi alcuna etichetta religiosa senza avermi prima conosciuto “face to face”, grazie 🙂 .
    – ti prego di non farmi dire cose che non ho detto: non ho discusso sull’esistenza o meno di Dio: come ti ho già detto è un tema che non tratto per iscritto.
    Preciso anche che
    – Non ho parlato di vita eterna, paradiso, vite dei santi, …
    – non ho parlato di problemi personali ma piuttosto ho toccato di striscio la presenza del mistero (capitolo delicatissimo anche questo)
    Perdonami se non sono stato chiaro fino ad ora.

    Ma allora cosa ho detto?
    Cerco quindi di spiegarmi meglio: il mio discorso si divideva in due parti:
    1. La prima parte è prettamente antropologica: che cosa ho detto che ti fa pensare che io sia cristiano? Da quello che ho detto potrei essere benissimo essere ebreo o musulmano, no?
    In questa parte ho detto: l’uomo è un mistero anche per se stesso, l’uomo non conosce l’uomo.
    Si tratta un concetto che viene da molto lontano, anche dalla cultura greca per esempio: all’ingresso del tempio di Delfi c’era scritto “uomo, conosci te stesso!”. Se c’era bisogno di scriverlo significa che gli stessi antichi si rendevano conto di non riuscire a conoscersi pienamente.
    È ovvio quindi che se io non riesco a conoscermi pienamente risulto un mistero a me stesso e mi sorge spontanea la domanda: chi sono? come faccio a sapere la verità su di me? c’è qualcuno che me la può dire?
    Intenzionalmente non ho dato risposte generali a queste domande, nè dal punto di vista filosofico nè dal punto di vista religioso in questo post. Tuttavia, nella seconda parte…
    2. …ho detto quello in cui credo io, la mia posizione personale: credo che Dio parli all’uomo. Punto. Se uno condivide questa cosa con me, allora bene. Altrimenti pazienza. Non credo di aver cercato di convincere nessuno, di aver fornito facili ricette, di “convertire”.
    3. Postilla: attenzione: il fatto che io credo che Dio parli all’uomo e tu no, non significa che la natura antropologica dell’uomo non sia quella descritta al punto 1. Ti prego di non disattivare, banalizzandolo, il mistero che c’è in ciascuno di noi: l’essere umano è per natura paradossale, no? Non veniamo risolti da una semplice equazione a bilancio zero. Noi siamo di più, noi superiamo noi stessi. Questa non è una questione religiosa. Questa è una realtà umana.
    Anche su questo puoi essere in disaccordo totale, fa parte del gioco. Il mondo è bello perché è vario.
    Sperando di essere stato finalmente un po’ più chiaro, ti abbraccio,
    Marcello

    • caro Marcello.
      non penso ci si possa far male scrivendo educatamente, in ogni caso rispetto la tua sensibilità, quindi non argomento più, anche se mi spiace perchè adoro argomentare.
      Un mio professore di filosofia diceva che se ci si incontra ed ognuno ha un’idea, scambiandosela si va a casa con 2 idee ciascuno, cosa che non può succedere con gli oggetti. (e io scambio idee anche scrivendo … )

      Non penso di banalizzare o “disattivare” l’uomo, il suo mistero, parlando di “Onestà intellettuale” o dichiarando di essere Ateo (senza Dio, non senza l’uomo la coscienza ecc…).

      A questo punto mi piacerebbe molto chiederti cosa intendi per Dio, ma ti ho promesso di non andare avanti, quindi mi “disattivo” e mi fermo.

  6. Caro Davide,
    puoi vedere in streaming un film full HD con un misero modem 56K?

    Ah, come posso dire?

    Non si scoprono i segreti della vita ripetendo le cose gia` sapute!

    Ma come faccio a dirti chi e` Dio?!?! Dio parla nel segreto della tua e della mia stanza, se lo vuoi, se lo voglio ascoltare.

    Scusami, non riesco ad aggiungere altro…

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