Luttazzi, una mosca non mi fa ridere più di una falena, non mi prendere in giro.
7 thoughts on “Io amavo Luttazzi”
E della storia della caccia al tesoro cos’hai da dire? A me sembra un’enorme caz… ehm, stupidaggine.
Ok, mi sta bene e ti credo che questa storia della caccia al tesoro l’avevi davvero annunciata anni fa (si può controllare con la wayback machine le pagine del suo blog), ma questo non ti salva dal fatto che COPI.
Copi le battute, punto e basta. I soldi degli spettacoli li hai beccati dicendo battute non tue. Hai fatto trasmissioni con copioni identici ad altri spettacoli. E questo non c’entra un benemerito fagiolo col “se criticano me, allora criticano indirettamente anche i comici americani”!
@Davide: si è “scoperto” che Luttazzi ha copiato molte battute da famosi comici americani. Ho guardato i video che mostravano le versioni di Luttazzi e quelle originali. Ho sentito Luttazzi fare una partaccia a Bonolis che gli aveva “copiato” una battuta su come si fa a capire quando una mosca scorreggia. Poi ho visto la versione originale del grande Carlin che usava falena al posto di mosca. Quando gli hanno chiesto conto di questa cosa, Luttazzi ha risposto quello che leggi qui sotto [*]. Cioè mi stai dicendo che Mosca sta a Falena come Cocomero sta a Pomodoro? Questo fa sì che sia migliore e non sia copiata? Ma vaffanculo, non sono un coglione. Avrei preferito mille volte una sana confessione. L’avrei anche accettato. Ma essere preso in giro no. Questo no.
[*] No, voglio rispondere in modo approfondito agli attacchi. Prendiamo ad esempio una battuta del comico americano George Carlin, quella sulla falena… Ecco la battuta: “Come fai a capire che una falena scoreggia? Improvvisamente vola dritto”… Lei, è l’accusa, si è limitato a sostituire la falena con una mosca…Estrapolare battute da un testo dicendo “Sono simili, quindi è plagio” è una solenne baggianata. Primo, perché non esiste messaggio senza contesto. Il contesto guida l’interpretazione, sia inducendo attese che renderanno la battuta più o meno sorprendente, sia aggiungendo significati altri che permettono risate aggiuntive. La battuta di Carlin, citata da me, serve da antitesi come esempio di battuta che la tv trasmetterebbe tranquillamente, a differenza della satira politica del resto del monologo. Nuova risata. Secondo, perché quello che fa scattare la risata non è tanto il contenuto della battuta, come si crede ingenuamente, ma la tecnica. Infatti quando un giornalista fa la parafrasi di una battuta, la risata non scatta. Ogni modifica tecnica, anche minima, può quindi migliorare una battuta. Ecco perché, se sai che il suono “k” è particolarmente comico (come spiega Neil Simon: “Cocomero fa ridere. Pomodoro non fa ridere”) ti basta sostituire “mosca” a “falena” per potenziare di gran lunga l’effetto”. Terzo, perché il testo di una battuta è solo uno dei tre elementi che la caratterizzano come joke.
nella replica di Luttazzi, quello che conta è il valore del contesto della battuta: su questo ha pienamente ragione, e Carlin per primo (fosse ancora vivo) non lo citerebbe per plagio.
“Il nome della rosa” inizia sostituendo due parole nella framosa frase di Snoopy (era una notte buia e tempestosa): è omaggio, plagio o furberia?
Poi, che dire: mi fa letteralmente morire dal ridere.
E della storia della caccia al tesoro cos’hai da dire? A me sembra un’enorme caz… ehm, stupidaggine.
Ok, mi sta bene e ti credo che questa storia della caccia al tesoro l’avevi davvero annunciata anni fa (si può controllare con la wayback machine le pagine del suo blog), ma questo non ti salva dal fatto che COPI.
Copi le battute, punto e basta. I soldi degli spettacoli li hai beccati dicendo battute non tue. Hai fatto trasmissioni con copioni identici ad altri spettacoli. E questo non c’entra un benemerito fagiolo col “se criticano me, allora criticano indirettamente anche i comici americani”!
Spiegate meglio a chi non segue Luttazzi (e nel mio caso non accende proprio la televisione…)
@Davide: si è “scoperto” che Luttazzi ha copiato molte battute da famosi comici americani. Ho guardato i video che mostravano le versioni di Luttazzi e quelle originali. Ho sentito Luttazzi fare una partaccia a Bonolis che gli aveva “copiato” una battuta su come si fa a capire quando una mosca scorreggia. Poi ho visto la versione originale del grande Carlin che usava falena al posto di mosca. Quando gli hanno chiesto conto di questa cosa, Luttazzi ha risposto quello che leggi qui sotto [*]. Cioè mi stai dicendo che Mosca sta a Falena come Cocomero sta a Pomodoro? Questo fa sì che sia migliore e non sia copiata? Ma vaffanculo, non sono un coglione. Avrei preferito mille volte una sana confessione. L’avrei anche accettato. Ma essere preso in giro no. Questo no.
[*] No, voglio rispondere in modo approfondito agli attacchi. Prendiamo ad esempio una battuta del comico americano George Carlin, quella sulla falena… Ecco la battuta: “Come fai a capire che una falena scoreggia? Improvvisamente vola dritto”… Lei, è l’accusa, si è limitato a sostituire la falena con una mosca…Estrapolare battute da un testo dicendo “Sono simili, quindi è plagio” è una solenne baggianata. Primo, perché non esiste messaggio senza contesto. Il contesto guida l’interpretazione, sia inducendo attese che renderanno la battuta più o meno sorprendente, sia aggiungendo significati altri che permettono risate aggiuntive. La battuta di Carlin, citata da me, serve da antitesi come esempio di battuta che la tv trasmetterebbe tranquillamente, a differenza della satira politica del resto del monologo. Nuova risata. Secondo, perché quello che fa scattare la risata non è tanto il contenuto della battuta, come si crede ingenuamente, ma la tecnica. Infatti quando un giornalista fa la parafrasi di una battuta, la risata non scatta. Ogni modifica tecnica, anche minima, può quindi migliorare una battuta. Ecco perché, se sai che il suono “k” è particolarmente comico (come spiega Neil Simon: “Cocomero fa ridere. Pomodoro non fa ridere”) ti basta sostituire “mosca” a “falena” per potenziare di gran lunga l’effetto”. Terzo, perché il testo di una battuta è solo uno dei tre elementi che la caratterizzano come joke.
http://www.danieleluttazzi.it/node/811
🙂
–marco
Falena… va beh
Mosca… mpfr… mpf… mpfruah ah ah ah ah ah ah ah AH AH AH AH AH UAH UAH UAH UAH UAH UAH UAH!!!
Hmm… ok… ha senso 😀
nella replica di Luttazzi, quello che conta è il valore del contesto della battuta: su questo ha pienamente ragione, e Carlin per primo (fosse ancora vivo) non lo citerebbe per plagio.
“Il nome della rosa” inizia sostituendo due parole nella framosa frase di Snoopy (era una notte buia e tempestosa): è omaggio, plagio o furberia?
Poi, che dire: mi fa letteralmente morire dal ridere.
ciao,
Giovanni
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