Anche io, come Leo, ero senza parole. Anche io le ho trovate grazie a Curzio Maltese. Fatevi coraggio e leggetelo sino in fondo. Nel caso vi domandiate se non sia esagerato parlare di danno all’immagine dell’Italia, verificatelo poi da soli.
L’immagine peggiore di CURZIO MALTESE
I bookmakers in questi casi non accettano scommesse. Da mesi, in previsione dell’evento storico dell’altra notte, si aspettava la prima gaffe di Silvio Berlusconi sul colore della pelle del nuovo presidente americano. Il Cavaliere non delude mai le peggiori aspettative e la battuta è arrivata. L’unica sorpresa è la tempistica. Ad appena ventiquattr’ore dall’elezione il premier se n’è uscito con la storia di Obama “abbronzato”. Non è la solita cafonata alla quale ci ha abituato e ci siamo ormai rassegnati da lustri. È una definizione grondante di razzismo.
Il peggior razzismo, quello semi inconsapevole e quindi assai autoindulgente che dilaga in Italia, fra la preoccupazione del resto del mondo. Una malattia sociale che un governo responsabile dovrebbe combattere, invece di sguazzarci con gusto.
Scontata la gaffe, ovvia la reazione. In simili frangenti Berlusconi adotta due reazioni standard. La prima: non l’ho mai detto. È la più assurda, ma paradossalmente efficace (in Italia). Come fai a discutere con uno che nega se stesso? La seconda è: l’ho detto ma non avete capito.
Stavolta ha usato questa. “Abbronzato era un complimento, una carineria” ha spiegato ai soliti cronisti bolscevichi. “E se non lo capite, allora andate a fare…”. Sommando così carineria a carineria.
S’intende che “andare a fare” è detto con affetto. Con eguale affetto i giornalisti potrebbero ricambiare l’invito, ma probabilmente le giustificazioni valgono solo dall’alto verso il basso.
Non stiamo a farla lunga. Non si tratta solo di vergogna. Chi ne ha ancora la forza? È piuttosto la disperazione di essere ogni volta precipitati in questo indegno pollaio. Gli elettori americani in un giorno hanno cambiato la storia del mondo. L’avvento del figlio di un africano alla Casa Bianca sta spingendo miliardi di persone, pur nel mezzo di una crisi spaventosa, a interrogarsi sui valori profondi della democrazia, la più straordinaria conquista dell’umanità, in fondo a un cammino secolare di sangue e intolleranza. E il contributo dell’Italia berlusconiana a questo grandioso dibattito qual è? Questa miserabile trovata, volgare e razzista, senza neppure il coraggio dell’assunzione di responsabilità o la dignità di porgere le scuse.
Non bastava la sortita a caldo del ministro Gasparri, il quale, confondendo le proprie ossessioni di ex fanatico fascista con la competenza internazionale, aveva commentato “sarà contento Bin Laden”. Ci voleva pure lo strazio supplementare della “battuta” di Berlusconi, che ha ormai girato il mondo, con danno enorme per il Paese. In pochi minuti infatti la rete ha deluso la speranza residua, che non lo prendessero sul serio, come altre volte. Come siamo abituati a fare qui, rassegnati a non scandalizzarci per lo scandalo, a non chiamare fascismo il fascismo, razzismo il razzismo.
C’era stata la rincorsa provinciale ad appropriarsi di Obama. Tutti si proclamano o cercano l’Obama italiano, a destra e a sinistra. Quando in Italia un Barack Obama non avrebbe neppure il diritto di voto. I figli d’immigrati, 440 mila fra nati e cresciuti qui, non sono considerati cittadini italiani, per via del medievale ius sanguinis. Lo ricordiamo nell’ipotesi, piuttosto remota, in cui fra le centinaia di obamisti dell’ultima ora si trovasse un politico serio. Ecco l’occasione per proporre finalmente una legge civile in materia d’immigrazione.
A cominciare dal presidente del Consiglio, i cui molti cantori hanno illustrato nei giorni scorsi alle masse ammirate le straordinarie analogie fra Berlusconi e Obama. Come non scorgere, del resto, l’assoluta comunanza delle due parabole. Il figlio di un pastore kenyano che arriva alla Casa Bianca a soli 47 anni e promette di cambiare il mondo. E l’uomo più ricco d’Italia che a 72 anni, con il solo aiuto del novanta per cento dei media da lui controllati, torna a Palazzo Chigi, dopo aver cambiato i capelli. È naturale che Berlusconi abbia adottato Obama, ripromettendosi di dargli presto “buoni consigli”. Incrociamo le dita perché non avvenga, nell’interesse stesso del premier. Non si sa come la Casa Bianca potrebbe reagire a una frase del tipo: “Vieni, abbronzato, che ti spiego come non farsi processare”.
Che fare? Vergognarsi per loro, ridere, piangere. Fingiamo pure che tutto sia normale. Però quanto stringe il cuore ascoltare il nobile discorso dello sconfitto McCain: “Il popolo ha scelto. Ho avuto l’onore di salutare il nuovo presidente degli Stati Uniti. È una giornata storica”. Non si potrebbe avere un giorno un conservatore come questo a capo della destra italiana, anche di seconda mano?
Ciao Marco,
come spesso ti accade, hai dato voce anche a miei pensieri.
m.
la verità è che ogni volta che leggo Curzio Maltese sul venerdì sto male due giorni, poi se non mi consolo pensando che in realtà esagera e che l’Italia è pur sempre una democrazia (di truzzi, ma democratici) sto male fino al venerdì successivo.
Per la ben nota tendenza umana a negare l’orrore….
serena
mi hanno sempre insegnato che prima di aprire bocca bisognerebbe pensare, collegare tra loro i neutroni….ma se ne hai solo uno, con cosa lo colleghi???
non si può più nemmeno dire “pazienza”, perchè abbiamo finito anche quella!!
salut
ilbeppe
Avete presente quella sensazione…
La schiena si tende senza volerlo… Due brividi partono, uno dalla zona cervicale e uno dalla zona lombare della colonna vertebrale.. I brividi corrono sulla schiena e si scontrano… Lo scontro scatena una reazione… Questa reazione ti porta a chiudere un po’ gli occhi, a stortare leggermente la testa e a pronunciarsi in una sorta di smorfia sulle labbra…
Avete presente quella sensazione… di imbarazzo e di vergogna!
Volendo ci sarebbe anche l’articolo tragicomico di Gian Antonio Stella sul Corsera di oggi….
Come recita il grande Vasco:
……….
ci vuole quello che io non ho
ci vuole pelo sullo stomaco
pero’ ricordo chi voleva
un mondo meglio di cosi’
si proprio tu che ti fai
delle storie ma dai
cosa vuoi tu piu’ di cosi’
e cosa conta chi perdeva
le regole sono cosi’
e’ la vita ed e’ ora che cresci
devi prenderla cosi’
si stupendo!
mi viene il vomito
e’ piu’ forte di me
non lo so se sto qui
o se ritorno se ritorno
se ritorno tra poco
tra poco
L’articolo di Stella.
Purtroppo Obama è lo specchio del suo paese come Berlusconi è lo specchio del nostro. Non esistono paesi democratici (anche solo formalmente) in cui i cittadini sono migliori dei loro governanti, l’Italia non fa eccezione. Potenza della democrazia.
Forse più che continuare a sbeffeggiare Berlusconi bisognerebbe essere meno indulgenti con la devastante inconsapevolezza e autoindulgenza dei suoi elettori…
L’europarlamentare leghista Mario Borghezio interviene anche lui sull’elezione del nuovo presidente statunitense affermando che “Barack Obama è visto in America e, in tutto il mondo, come un paladino della libertà per tutti i popoli. Per questo motivo, quando Obama – come preannunciato oggi dal Presidente Poettering – verrà a Strasburgo provvederò personalmente – come ho già fatto con Kofi Annan – a regalargli il nostro fazzoletto verde, per ricordare a lui e all’America il diritto all’autodeterminazione della Padania”.
Io almeno so cosa aspettarmi da chi ho votato..
ciao Luca
@Luca: anche io so cosa aspettarmi da Borghezio, anche se non l’ho votato 🙂
Ma Borghezio non era quello che voleva lavare i “negri” con la canna dell’acqua?
la stecca nel coro,
a me Obama sembra davvero abbronzato 🙂
è quello che non ti aspetti che fa pù paura infatti..
@Davide: questa battuta la possiamo fare benissimo io e te su questo blog. Ci sta. Normalmente sono molto cinico, forse troppo, ma l’elezione di un nero come presidente americano a me ha fatto impressione. Il fatto che berlusconi (niente da fare, non riesco a scriverlo maiuscolo) ci faccia una battuta del cazzo, facendo fare una figura di merda agli italiani, non lo sopporto. È più forte di me.
ok ! prima dell’altezza, il Suo (niente da fare lo scrivo maiuscolo) difetto è che parla troppo… ma devo dire che al momento del fatto mi suonava come un vago complimento…. prima del polverone della stampa .. adesso della Carla Bruni… povero Silvio, lui lo fa per noi…
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