Oggi sono partito alle 8 e 25 per Segrate. La prossima volta mi devo ricordare di portare le provviste, il sacco a pelo, il telefono satellitare e qualche altro gadget del genere. Ci ho messo circa 2 ore e 15 minuti per percorrere 67 km. Sono 29,77 km all’ora di media. NON È POSSIBILE!
In passato, quando ho lavorato alla Symbolics, usavo in sequenza:
- la macchina per andare alla stazione
- il treno da Gazzada Schianno – Morazzone a Milano Porta Garibaldi
- il metrò fino a Cassina de Pecchi
- la navetta fino al Centro Direzionale Lombardo (che adesso si chiama Cassina Plaza)
- infine facevo un pezzettino a piedi.
Totale: circa 5 ore al giorno di viaggio. Unico vantaggio: le decine (o centinaia) di libri che ho letto in quei 18 mesi (se non ricordo male).
Adesso, più di 15 anni dopo e con un lento percorso di avvicinamento in 4 o 5 tappe, lavoro a 1.850 metri da casa e vado in ufficio in bicicletta. Fanno 1.000 ore risparmiate l’anno. Per, diciamo, 30 € all’ora fanno 30.000 €. Senza calcolare le spese di viaggio e di vitto arriviamo a circa 2.500 € al mese.
Se ci mettiamo le spese di viaggio, i soldi risparmiati in lavanderia (le camicie sono nere dopo un giorno in città), la qualità della vita, io non riesco a capire come mai tutta questa gente ogni giorno vada a Milano. Non è sensato! Ma caspita, accettate uno stipendio più basso e state al vostro paesello!
Ok, ok, è vero, spesso va a finire che le 5 ore risparmiate diventano 3 ore di lavoro in più. Ma al netto sono sempre 2 ore. E sono tante!
In pensione vi domanderete come avete fatto a sprecarle… 😉
Dalla porta di casa mia al posto di lavoro ci sono circa 10 metri, tutti al coperto e al caldo; quanto risparmio? 😉
L’ho fatta anch’io la follia di 4-5 ore al giorno di viaggio per pochi anni, li ricordo ancora come un incubo.
Quello che mi ha lasciato di sasso però è questo:
> le camicie sono nere dopo un giorno in città
Come diventa quello che sta *dentro* la camicia? Campagna forever!
@Nicola: quello che sta *dentro* la camicia, se diventa nero, ti fa perdere un *sacco* di ore… 😉
… Forse perchè nel paesello non c’e’ lavoro per tutti? A meno di non tornare a fare i fabbri, salumieri, arrotini, etc?
Il ragionamento è assolutamente condivisibile fino al finale (certo provocatorio): non sta a noi scegliere il posto vicino casa… Prima dobbiamo trovarlo e mica l’abbiamo scelto noi di mettere tutte le ditte intorno a Milano…
PS Parli bene tu…
In fondo, se lavori a così breve distanza da casa, è perchè te lo sei costruito il posto di lavoro lì 🙂
@Dave: hai ragione, però guarda che ci ho messo quindici anni prima di riuscirci!
Sono sicuro che tanti pendolari nemmeno ci provano o non prendono in considerazione un posto di lavoro più vicino e a qualche euro in meno. Questo, soprattutto, è l’aspetto che non comprendo e non condivido.
C’è un aspetto che non consideri: le persone, come me, a cui piace Milano e non vedono l’ora di andarsene dal paesello.
@Law: no, lo considero benissimo. Come considero benissimo quelli che votano il nanetto. Solo non li capisco 🙂
Hai ragione, è una questione di mentalità. Anche nel mio caso, quando ho lasciato Milano, ho ponderato la decisione moltissimo.
Su questo tema però aggiungo una storiella che a me è piaciuta molto e mi ha fatto riflettere (sperando che tu non l’abbia già letta).
Un pescatore torna a casa con la sua piroga e incontra un ECONOMISTA, un esperto che opera nel mondo degli affari. L’esperto gli chiede come mai è rientrato così presto.
Il pescatore risponde che avrebbe potuto trattenersi più a lungo, ma che aveva pescato quanto bastava per provvedere alla famiglia.
“Mi dica un po’, come impiega il suo tempo?”, chiede l’esperto.
Il pescatore risponde: “Beh, vado un po’ a pesca. Gioco con i miei figli. Ci facciamo tutti un riposino pomeridiano quando fa caldo. La sera ceniamo insieme. Più tardi mi godo un po’ di musica con gli amici, ecc”.
L’esperto lo interrompe: “Senta, ho una laurea e ho studiato queste cose. Vorrei aiutarla. Dovrebbe trascorrere più tempo a pescare. Guadagnerebbe di più e in poco tempo sarebbe in grado di acquistare una barca più grande di questa piroga. Con una barca più grande guadagnerebbe ancora di più e presto potrebbe avere una flottiglia di motopescherecci”.
“E poi?”, domanda il pescatore.
“Poi, invece di vendere il pesce a un intermediario, potrebbe trattare direttamente con lo stabilimento che lo lavora o addirittura mettere su un’industria di prodotti ittici. Potrebbe lasciare il villaggio e trasferirsi a Cotonou, a Parigi o a New York, e dirigere l’azienda da lì. Potrebbe perfino valutare la possibilità di quotare le sue azioni in borsa e diventare miliardario”.
“Quanto tempo richiederebbe tutto questo?”, chiede il pescatore.
“Più o meno dai 15 ai 20 anni”, risponde l’esperto.
“E poi?”, continua il pescatore.
“È a questo punto che la vita si fa interessante”, spiega l’esperto. “Poi potrebbe andare in pensione. Potrebbe lasciarsi alle spalle il trambusto della città e ritirarsi in qualche villaggio sperduto”.
“E poi?”, chiede il pescatore.
“Poi avrebbe il tempo di andare un po’ a pesca, di giocare con i figli, di farsi un riposino pomeridiano quando fa caldo, di cenare con la famiglia e di godersi un po’ di musica con gli amici”.
@Bruno: bellissima storiella! E` esattamente quelllo che intendevo.
si bellissimo il post di Bruno,
mi sono sempre piaciute queste *storielle* in cui viene volutamente tralasciata la complessità della vita.
ma giocando un po’…
ti immedesimi di più nel pescatore con la piroga che sta parlando con l’economista o nell’ipotetico pescatore che possiede la flottiglia di motopescherecci e quindi può godersi un po’ la vita ?
economista :
>Potrebbe perfino valutare la possibilità di quotare le sue azioni in borsa e >diventare miliardario”.
ops… la tua società è quotata in borsa nevvero ? 😀
Grrrrace
Ciao a tutti, a proposito di questa Bruno’s storiella (letta sul favoloso libro “The 4 hour work week”) consiglio il sito:
http://www.fourhourworkweek.com/
per chi lavora tanto e non ha mai tempo…. soprattutto guardate le interessanti statistiche riportate sulla produttività e malattie causate dal troppo lavoro.
Davide
@Grace: ovviamente nel pescatore con la piroga (la Link IT non e` quotata in borsa, e` una SPA di 25 persone con 13 soci e la quota maggiore e` del 16%, diciamo pure che la definizione piu` giusta sarebbe “cooperativa”).
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