Sonno vs Fame: 1-1

Nel riordinare i file sul pc ho scovato una serie di filmati divertentissimi dei miei pargoli. Questo è uno dei più divertenti in assoluto, l’ho visto 100 volte e ho riso 100 volte 🙂

Il protagonista è Alessandro e il camerawoman è Lucia che, da buona mamma, non ha resistito e dopo due minuti circa ha decretato il pareggio tra Sonno e Fame (io avrei aspettato ad oltranza!).

 


 

Stefano Lavori

A proposito della scomparsa di Steve Jobs, nel blog struckta stukhtra ho letto questo commento:

Ho ammirato i suoi giocattoli e la sua capacità di inventarli e rinnovarli. Eppure non capirò mai chi mitizza un uomo che non ambiva affatto al Nobel per la pace, né a cambiare il mondo per quello che un essere umano può intendere con “cambiare in meglio la condizione in cui si trova l’umanità di questo pianeta”. Il suo unico credo era la realizzazione dei propri desideri (giocattoli perfetti, migliaia di dipendenti, milioni di pezzi prodotti, miliardi di dollari). C’è riuscito, ha sbaragliato la concorrenza, ha avuto ragione su tutta la linea, ha costretto tutti gli altri a copiarlo, ha goduto dei propri successi, e in questo è stato bravo, anzi, bravissimo. E quindi?
Per piacere, non mitizziamo l’individualismo.

Queste frasi mi hanno colpito perché, in fondo le condivido e anche io penso che sia sbagliatissimo mitizzare qualsiasi individuo (eccetto Feynman ovviamente :-)). Proprio per questo ho riflettuto del perché, nonostante tutto, anche io sia rimasto così intristito dalla sua scomparsa.

E dopo aver riflettuto ho realizzato che mi dispiace perché non saprò mai cosa avrebbe inventato nei prossimi 20 anni…

Come mi dispiace immaginare l’enorme materiale intellettivo umano sprecato nella forma di tutti gli individui che non possono “sbocciare” appieno essendo nati in zone del mondo dove si fa fatica ad arrivare a 15 anni…

Come mi dispiace dover sparire tra un po’, più tardi possibile, senza sapere perché e per come siamo qui, e se siamo soli, e se non siamo soli chi c’è con noi…

Come mi dispiace non poter mai sapere se l’ipotesi di Riemann è vera…

Come mi dispiace perché ogni tanto bisogna dispiacersi per godere di più i momenti in cui non ti dispiace niente 😉

Adoro la crema

Dopo aver letto questo post, senz’altro riterrete il titolo un po’ fuorviante, ma tant’è 🙂

Stamattina stavo discutendo con la mia dolce metà di questa notizia, rising funeral costs: can you afford to die?, al che le ho detto “dovessi mai schiattare, ti prego, non spendere un solo euro per il funerale: niente camposanto, niente chiesa (ovviamente), cremami e spargi le ceneri sopra un campo di fragole (che tanto mi hanno dato in vita). Poi, con i soldi risparmiati, fai una bella festa dove vengono proiettate le mie facce, un paio di preghiere per il Flying Spaghetti Monster e finita lì”.

Alla sua risposta che non è possibile, che comunque morire costa un sacco, che è vietato dalla legge, ecc. ho risposto, col mio solito adorabile cipiglio, che avrei diseredato lei e i figli per non obbligarli a pagarmi il funerale e farlo così pagare al comune e via dicendo.

Insomma, una piacevolissima discussione 😀

Tornato in ufficio ho fatto qualche ricerchina sul web e ho scoperto che c’è una legge del 2001 che toglie il divieto di spargere le ceneri e che il costo della cremazione è fissato, sempre per legge, ad un massimo di 537,97 €. Inoltre diverse città applicano tariffe minori per incentivare la cremazione (a Milano 234 €, a Venezia solo 120 € e a Roma gratis!). Tra l’altro già oggi in Italia si raggiunge il 10% dei casi e in alcune città si supera il 50%.

Insomma, qui lo dichiaro pubblicamente: quando (e se) crepo, massimo 537,97 € (sempre che non riesca a spostarmi in tempo a Roma) e le mie ceneri sopra un campo di fragole.

Ah, mi raccomando: non gettatemi controvento! 😀

 

Dieci modi per riciclare i fondi del caffè

Mentre stavo bevendo un caffè dopo un giro (letterale) alla Falkirk Wheel, ho letto questa lista di 10 modi per ricilare i fondi del caffè:

  • mischiate i fondi con acqua per fornire alle vostre piante di casa un drink energizzante. Le piante hanno bisogno dei nutrienti che si trovano nei fondi di caffè, inclusi azoto e potassio, entrambi ingredienti comuni nei fertilizzanti trovati nei negozi. Usare fondi organici fornirà un ambiente più sano e felice alle vostre piante!
  • spargete i fondi sulle piante esterne;
  • spargete i fondi in cerchio intorno a un albero per allontanare le formiche;
  • usate fondi leggermente umidi su gradini e marciapiedi ghiacciati. I fondi si attaccheranno al ghiaccio, creando una superficie più sicura per camminare;
  • versate i fondi nello scarico del lavandino per raschiare gentilmente i tubi. Non fatelo se i tubi sono già ingorgati o quasi;
  • usate i fondi per pulir via il grasso e la sporcizia da griglie e pentole. Usateli bagnati o asciutti indifferentemente;
  • tenete un contenitore di fondi di caffè seccati vicino al lavandino di cucina. Usateli per togliere odori forti come pesce, aglio e cipolla dalle vostre mani;
  • bagnate la vostra faccia e strofinatela gentilmente con un cucchiaio di fondi di caffè. Questo è un modo per effettuare un leggero esfoliamento facciale;
  • usate fondi impregnati su un bastoncino di cotone per ritoccare i graffi sui mobili di casa;
  • i fondi di caffè sono una grande aggiunta per ogni compostaggio. Gettateli semplicemente nel vostro contenitore dell’umido.

Ok, se siete arrivati fino in fondo, vi meritate una foto della fantastica Falkirk Wheel 🙂

 

Mister Bean e figlio sul Raptor a Gardaland

Oggi era il compleanno di Federico e siamo andati assieme a Gardaland da soli.

Bella giornata classica, tipo padre e figlio americani…

La nuova attrazione del 2011 è Raptor, niente male davvero. I dati sono notevoli:

  • Height 33 m
  • Length 770 m
  • Max speed 90 km/h
  • Inversions 3 (Corkscrew, Zero-G Roll, Inline Twist)

Federico ha deciso che dovevamo imitare Mister Bean sulle montagne russe.

Ci siamo riusciti? 🙂

 

 

PAM

Rimbalzando qua e là, come spesso capita navigando nel web, mi sono imbattuto in questa affermazione del grandissimo fisico Paul Adrien Maurice Dirac:

I cannot understand why we idle discussing religion. If we are honest—and scientists have to be—we must admit that religion is a jumble of false assertions, with no basis in reality. The very idea of God is a product of the human imagination. It is quite understandable why primitive people, who were so much more exposed to the overpowering forces of nature than we are today, should have personified these forces in fear and trembling. But nowadays, when we understand so many natural processes, we have no need for such solutions. I can’t for the life of me see how the postulate of an Almighty God helps us in any way. What I do see is that this assumption leads to such unproductive questions as why God allows so much misery and injustice, the exploitation of the poor by the rich and all the other horrors He might have prevented. If religion is still being taught, it is by no means because its ideas still convince us, but simply because some of us want to keep the lower classes quiet. Quiet people are much easier to govern than clamorous and dissatisfied ones. They are also much easier to exploit. Religion is a kind of opium that allows a nation to lull itself into wishful dreams and so forget the injustices that are being perpetrated against the people. Hence the close alliance between those two great political forces, the State and the Church. Both need the illusion that a kindly God rewards—in heaven if not on earth—all those who have not risen up against injustice, who have done their duty quietly and uncomplainingly. That is precisely why the honest assertion that God is a mere product of the human imagination is branded as the worst of all mortal sins. [traduzione]

Si capisce subito quando una cosa l’ha detta un genio…

Giochi matematici

Un po’ di sana vanagloria non fa male a nessuno 😉

Un amico mi ha iscritto ai campionati nazionali di matematica e sono arrivato secondo nelle semifinali di Varese.

Visto che sono ventitreesimo nella classifica generale andrò a fare le finali a Milano a maggio. Vi aggiornerò sulla debacle 🙂

Addendum: ecco i testi dei problemi, la categoria GP (grande pubblico) doveva completare gli esercizi dal numero 7 al 18 in due ore.

Mia moglie ha salvato una persona (e ha salvato pure me!)

Giovedì scorso Lucia, io e nostri due figli siamo andati a cena in una pizzeria di Varese. All’uscita, verso le 22 e 30, ci avviciniamo all’auto, parcheggiata vicino a un piccolo parco poco illuminato. Mentre accendo l’auto, Lucia dice “hai visto quell’ombra nel parco? Sembra una persona distesa”. Io, dubbioso, dico: “Ma va, non c’è nulla” e avvio l’auto. Dopo pochi metri lei insiste “Guarda che mi pare proprio di aver visto una persona!”. Io, sempre scettico: “Sarà un ubriaco”. Lei: “E se poi muore assiderato?”. Io, sullo scherzoso andante: “Legge di Darwin, se l’è cercata”. Altri 100 metri e lei: “E se c’è davvero e poi muore sul serio?”.

A quel punto ho avuto un flash e mi sono visto la mattina dopo mentre leggevo sui giornali la notizia di un morto assiderato a Varese, perché inciampato in un parco e in seguito ignorato da decine di persone. Ho invertito l’auto e sono tornato indietro.

Lo ammetto, continuando a pensare che Lucia avesse visto lucciole per lanterne, riparcheggio l’auto puntando gli abbaglianti accesi verso il parco. Per la miseria, c’era veramente una persona distesa! All’apparenza un’anziano per via della testa quasi bianca. Scendo e mi avvicino cautamente e, a pochi metri, mi accorgo che in realtà è un giovane col cranio rasato, disteso a faccia in su, con le braccia allargate. Chiedo “Tutto bene?”. Nessuna risposta. Mi avvicino di più e a un paio di metri noto che, pur avendo gli occhi chiusi, non sembra dormire. Ripeto “Ehi, tutto bene?”. Ancora silenzio. Arrivo quasi a toccarlo, mi chino e mi viene un colpo: il ragazzo tiene nella mano un grosso coltello da cucina insanguinato… Urlo a Lucia “Stai indietro! Ha un coltello!” e, mentre dico queste parole, noto che ha la tuta aperta sul davanti, una pozza di sangue sulla pancia e il polso sinistro squarciato. Chiamo subito ambulanza e carabinieri. Arrivano, lo portano in ospedale, mi interrogano, torniamo a casa dopo circa un’ora.

Il giorno dopo scopro per vie traverse (maledetta legge sulla privacy!) che si è salvato, sembra mancando di poco l’aorta. Due giorni dopo, invece, per via di una lussazione all’anulare (lo sport fa bene, si sa, anche quando due falangi dell’anulare destro si sovrappongono!) vado al pronto soccorso. Alla fine della mia “riparazione” (stecca per due settimane) comincio a indagare per capire dove stia il ragazzo (maledetta legge sulla privacy! L’ho già detto?). Una quindicina di minuti in cui ripeto la storia 4 o 5 volte, strappando piccole dosi di verità ad ogni giro, mi portano alla soglia della sua camera. Vuota! Un infermiere passando mi dice “Sta cercando XXX? (maledetta legge sulla privacy!) È là, in sala d’attesa con la famiglia”. Vado in sala d’attesa e vedo il ragazzo, in piedi, con la piantana della flebo di fianco e il polso bendato, che parla con una signora e un altro paio di persone. Mi avvicino cautamente e, quando mi vedono, tutti si bloccano guardandomi. Al ché chiedo timidamente “Scusami, sei tu il ragazzo che si è fatto male giovedì?”. “Sì”. “Ah, io sono quello che ti ha trovato”. La signora, quasi certamente la madre, mi ringrazia e fa per abbracciarmi. Io la fermo dicendo “Guardi, non serve, è tutto merito di mia moglie. È stata lei a vederlo e a insistere per farmi tornare indietro”. Poi rivolto a lui “Sono venuto solo per vedere come stavi, mi fa un sacco di piacere vederti già in piedi.”. Scambiamo ancora qualche parola, ci salutiamo e, mentre mi giro per tornare a casa, lui dice “Ringrazia tua moglie”.

Sì, devo proprio ringraziare Lucia. Se non fosse stato per lei, credo che il rimorso non mi avrebbe lasciato per tutta la vita.