7 thoughts on “Ero seduto sulla riva ma mi ero dimenticato del perché

  1. Dissento. Anche io me ne ero dimenticato, ma a distanza di 13 anni solo i ricordi che ha suscitato il passaggio di quel cadavere sono stati una grandissima soddisfazione! Poi, certo, il tempo attenua le sensazioni, ma anche se non gustoso come lo avevi immaginato è sempre una goduria!

  2. Lo zen e l’arte di non crepare di gastrite:

    Anni e anni che aspetto ma niente,
    solo rami secchi e qualche pesciolino.
    Poi un bel giorno, arriva.
    Lo scorgo da lontano e sento la gioia nascere dentro di me!

    Finalmente! Ho vinto! Ho vinto io!
    Il cadavere del mio nemico mi passa davanti agli occhi.

    Poi vedo.
    E’ morto, ma ha un ghigno stampato sulla faccia.

    Mi siedo, comincio a pensare,
    e all’improvviso capisco,
    capisco che non è vero,
    non avevo dimenticato proprio niente.

    Ho solo sepolto l’odio nelle mie viscere,
    così profondo, che nemmeno lo sentivo più.
    E mi accorgo che mi ha avvelenato l’anima,
    giorno dopo giorno,
    in silenzio,
    e io l’ho lasciato fare, sono stato a guardare.

    E si spegne la gioia.
    Forse, era meglio perdonare.

  3. @Nicola: tsk, tsk… 😉

    @Dave: quella umana soddisfazione fa parte delle cause della tristezza

    @Fabrizio: hai perfettamente colto il senso. Bellissima. È tua?

  4. “L’amore vince sull’odio”: quando non lo dice il nano, è una grande verità.
    In questo caso il perdono vince sulla vendetta: chi perdona è molto più sereno di chi odia, sia vendicandosi che aspettando la vendetta del destino.

  5. Davide, se l’hanno dato a Kissinger, potevano tranquillamente darlo a S.Berlüscia
    (adoro inventare soprannomi per il nano)

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